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IL  MESSAGGIO  DEL  PRESIDENTE
     
Devo ammettere e constatare che questi ultimi tre anni resteranno, senza ombra di dubbio, dei momenti importanti nella storia della nostra Associazione.
 
All’alba del decennio che ci porterà alla fine del 2° millennio, questi anni sono stati caratterizzati, a volte, da una accelerazione inquietante della storia e una ridistribuzione delle carte su scala mondiale. In mezzo al vortice, noi ci interroghiamo sul futuro della nostra professione e delle nostre associazioni professionali, sia sul piano nazionale così come su quello internazionale.
 
A giusto titolo, il tema del 6° Congresso Nazionale del 700° è: “Quo vadis maître d’hôtel?” in verità: “Dove vai maître d’hôtel?”. Non dobbiamo dimenticare, cari colleghi, che noi dobbiamo trasmettere la vocazione e le nostre conoscenze professionali a dei futuri maître d’hôtel.
 
La storia accelera i suoi tempi e noi dobbiamo adeguarci a questi nuovi ritmi. Non dobbiamo confondere la rapidità con la precipitazione, ma ci sono decisioni che devono essere prese per tempo. Conviene seguire una strategia chiara e precisa: essere pronti ad affrontare i bisogni del settore, tenendo conto degli adeguamenti, quali l’allargamento in Europa, l’evoluzione del turismo, la ristrutturazione del settore alberghiero a livello mondiale.
 
Le associazioni che rappresentano i maître d’hôtel e i capi servizio di Germania, Belgio, Olanda, Italia, Francia e Svizzera, hanno realizzato con questo scopo, a Roma il 21 giugno scorso la UIMH (Union International des Maître d’Hôtel). Lo scopo primario della nuova associazione, oltre che l’adattamento ai tempi moderni, alla politica europea e ai bisogni continui di scambi professionali e culturali, è quello di salvaguardare, a livello internazionale, la professione del maître d’hôtel. Una nobile professione che rischia di estinguersi, se delle urgenti e severe disposizioni non verranno prese e questa volta non solo su piano nazionale, ma con la forza e combattività di una Associazione europea.
 
La creazione di questa Unione, non è che l’opera dettata dalla volontà di concretizzare quello che noi difendiamo da sempre: la professionalità; questo significa che le nostre associazione professionali vogliono e devono restare garanti di una industria alberghiera in piena evoluzione di cambiamenti per salvaguardare le tradizioni. Se risulta evidente che la professione del maître d’hôtel gioisce preso un pubblico di una certa credibilità di un’immagine relativamente buona, non lo è per molte altre professioni del settore alberghiero e della ristorazione. Ci sono già parecchi giovani che ritengono la carriera nell’albergo, come una professione di seconda scelta. Qui ci viene spontaneo porci una domanda: “Cosa possiamo fare per rimediare a questo modo di pensare?”.

Prima di tutto: migliorare le informazioni, ma resta chiaro che per far sì che questo sia attrattivo per i giovani, bisogna dargli credibilità con scelte sicure ed oneste, che risvegli un interesse costruttivo e non solo che dia delle false speranze, ma che siano un’immagine stimolante per il futuro di coloro che saranno chiamati a occupare i nostri posti. Per finire, bisognerebbe creare un’industria alberghiera a vista d’uomo. Dobbiamo considerare nei nostri collaboratori, prima di tutto il valore umano,perché hanno bisogno di sentirsi stimati personalmente e professionalmente. Dobbiamo considerarli come la forza vitale e trainante dell’impresa, dobbiamo dispensare elogi e critiche in modo aperto, giusto e costruttivo. Dobbiamo approvarli, sostenerli, e bisogna fare in modo che le condizioni di lavoro e le prestazioni sociali siano esemplari.

È solo in questo modo e con questi pensieri ed intenzioni che riusciremo, alla lunga, a favorire la clonazione di un rapporto dinamico, motivato e fedele.


Il presidente
Renato Boscani

 
     
     
     
     
     
     
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